LAVORO
E NUOVO
CORONAVIRUS

IL PROTOCOLLO AZIENDALE

PER IL CONTENIMENTO DEL CONTAGIO DA NUOVO CORONAVIRUS

CHE COSA È IL PROTOCOLLO AZIENDALE

Alla luce della cosiddetta “Fase 2” diventa importante limitare la diffusione del contagio da Nuovo Coronavirus. Pertanto tutti noi siamo chiamati a rispettare una serie di regole. Il PROTOCOLLO AZIENDALE per il contenimento del contagio può essere “semplicemente” definito come quel documento, redatto dal Datore di Lavoro o dal Committente, all’interno del quale sono descritte le REGOLE da rispettare sul posto di lavoro: il Titolare del rapporto specifica nel PROTOCOLLO AZIENDALE le regole, i comportamenti e le misure da adottarsi all’interno della propria realtà aziendale per limitare la diffusione del virus.
A livello nazionale sono stati redatti dalle parti sociali e datoriali, in accordo con il Governo, diversi PROTOCOLLI GENERALI di settore. Il passo successivo (e da non sottovalutare), è tradurre questi protocolli in comportamenti pratici da attuare quotidianamente.
Di fatto il PROTOCOLLO AZIENDALE deve essere adeguato alla propria realtà aziendale con misure specifiche, pur rimanendo in linea con le misure stabilite a livello nazionale nei Protocolli generali, tenendo poi presente tutte quelle indicazioni date dagli altri Enti competenti in materia e quelle valevoli a livello regionale.
Chiaramente nel caso in cui si parli di “Datore di Lavoro” il PROTOCOLLO AZIENDALE riguarderà i propri lavoratori, intesi come direttamente collegati alla propria attività, mentre nel caso in cui si parli di “Committente” il Protocollo interesserà le persone che operano presso la sede aziendale per qualsivoglia attività affidata “esternamente”. In quest’ultimo caso il Protocollo deve essere gestito in coordinamento con l’Appaltatore ed eventuali Sub-appaltatori.
Il PROTOCOLLO AZIENDALE deve contenere oltre alle regole per una corretta gestione del lavoro, ai fini di limitare il contagio, anche le misure tecniche ed organizzative che si intendono adottare con dettaglio degli strumenti messi a disposizione dei lavoratori. Inoltre è importante che siano riportate nello stesso sia le regole generali e specifiche a cui sottostare per poter lavorare senza contagiare od essere contagiati, sia tutte quelle indicazioni (cartelli) che devono essere apposte nei luoghi “frequentati” dai lavoratori e nei punti di accesso all’azienda, in conformità agli obblighi di “informazione” che il Datore di Lavoro o il Committente deve mettere in atto nei confronti dei propri lavoratori o più in generale nel riguardo degli avventori.

ATTENZIONE!
L’OBBLIGO DI DOTARSI DEL “PROTOCOLLO AZIENDALE INTERNO DI SICUREZZA ANTI-CONTAGIO COVID-19” PER POTER ESERCITARE LA PROPRIA ATTIVITÀ SARÀ IN VIGORE A LUNGO, FINCHÉ NON SARÀ DICHIARATA LA FINE DELL’EMERGENZA COVID-19.

PROTOCOLLO IN AGRICOLTURA

Le attività agricole sono tra quelle attività che non si sono mai fermate, anche perchè non è possibile mettere in pausa la natura! Se questo da un lato è stato un bene, dall’altro ha mostrato alcune criticità legate non solo alla pluralità di etnie e lingue, ma anche all’orgoglio e/o timore da parte dei lavoratori: se da una parte la multi-etnicità che contraddistingue oggi il comparto agricolo ha reso complicato al Datore di Lavoro il far comprendere pienamente a tutti i lavoratori le “regole generali” legate all’emergenza COVID-19, dall’altra l’orgoglio e/o il timore da parte dei lavoratori ha fatto sì che alcuni di essi, pur avvertendo i sintomi dell’infezione da nuovo coronavirus, continuassero a lavorare senza dir nulla. Tutto questo porta ad un rischio di diffusione del contagio che espone il Datore di Lavoro a ripercussioni non da poco. Ecco perchè diventa importante adottare un PROTOCOLLO AZIENDALE completo con una informazione attenta dei lavoratori, anche tramite le indicazioni da fornire messe a disposizione anche in altre lingue, oltre all’italiano. Chiaramente l’adozione del protocollo non è legata solo alla presenza di lavoratori, ma anche alla presenza di attività in “appalto” che spaziano dalla raccolta con Cooperative al semplice intervento presso la sede aziendale di un meccanico o di un manutentore ed in generale agli interventi di manutenzione che vedono la presenza di “esterni”, anche se occasionalmente.

PROTOCOLLO NELLE AZIENDE ARTIGIANALI E/O INDUSTRIALI

Per tutte le attività che oggi stanno ripartendo o per quelle che hanno continuato ad operare, l’obbiettivo è di non avere occasioni di contagio al proprio interno. In ogni azienda ove si eserciti un’attività produttiva con la presenza di più di una persona, quindi nel caso esista la possibilità di contagio, diviene responsabilità del Datore di Lavoro o del Committente evitare tale evenienza. Definire le modalità con cui si persegue tale finalità è compito del Datore di Lavoro o del Committente, il quale redige il PROTOCOLLO AZIENDALE. L’onere attribuito al Datore di Lavoro o al Committente è di stabilire le soluzioni per evitare il propagarsi dell’epidemia durante l’orario di lavoro e nei momenti immediatamente precedenti e successivi, nonché di INFORMARE i lavoratori sulle “regole e comportamenti” da tenere. La formalizzazione di tutto questo diviene molto importante, viste le resposabilità in gioco: ecco perchè oltre al PROTOCOLLO AZIENDALE è importante predisporre tutta una serie di documenti e incarichi da far sottoscrivere ai lavoratori.

PROTOCOLLO NELLE ATTIVITÀ DI CANTIERE

I cantieri, per alcuni versi in modo incomprensibile, sono state tra le ultime attività non di servizio alla persona ad essere autorizzate alla ripresa, anche se poi di fatto sono state definite attività a basso rischio di diffusione del contagio.
Parlando di “attività di cantiere” in modo “semplificato” possiamo intendere non solo le attività legate all’edilizia, ma anche tutte quelle attività di nuova realizzazione o manutenzione di impianti elettrici, idraulici o meccanici, che vedono un’azienda esterna (Appaltatore) operare nella sede di un’altra (Committente). In tal caso solo il lavoro coordinato tra Committente, Appaltatore e le altre figure per la sicurezza può permettere di definire dei comportamenti adatti al contenimento del contagio. Quindi se il Committente avrà il suo Protocollo aziendale e l’Appaltatore avrà redatto il proprio, ci dovrà essere un lavoro di omogenizzazione per ottenere un protocollo unificato.
Il Datore di Lavoro dell’impresa appaltatrice con il PROPRIO PROTOCOLLO dovrà farsi promotore di regole, comportamenti e misure che siano certamente significative per limitare il contagio, ma che permettano anche una realizzazione dell’opera in modo funzionale, senza aggiungere troppi oneri e limitazioni esagerate ai propri lavoratori.

PROTOCOLLO NELLE ATTIVITÀ DI INTELLETTO

Le attività di intelletto e servizio come uffici, centri amministrativi e finanziari, banche, nonchè assicurazioni o studi professionali sono ritenute a minor rischio di contagio, ma al loro intern opossono nascondere delle situazioni a maggior rischio. Questo è il caso delle banche che hanno attività di sportello, cosi come le assicurazioni o in generale tutti quei momenti in cu abbiamo interferenza tra lavoratori e clienti. Inoltre in queste realtà, più che in altre, ci si ritrova in locali dalle dimensioni contenute, ciò impone la necessità di garantire una pulizia ed igiene ancor più accurata e una gestione diversificata delle modalità di lavoro a seconda delle condizioni mutevoli anche all’interno di uno stesso giorno. A tal proposito il protocollo dovrà definire alcune situzioni chiari indirizzando in modo univoco gli operatori.

PROTOCOLLO NELLE ATTIVITA’ DI SERVIZI ALLA PERSONA

Ritenute per alcuni aspetti attività a maggior rischio di diffusione del contagio, anche se paradossalmente sono le attività che da sempre sono tra quelle più controllate e che presentano i maggiori livelli di igene e pulizia, le attività di servizio alla persona, come ad esempio parruchiere, estetiste centri di benessere, sono tra le ultime ad essere riaperte. L’impatto che l’emergenza COVID-19 ha su queste realtà sarà importante, non solo da punto di vista economico, ma anche dal punto di vista funzionale ed operativo. Assieme alle attività della ristorazione, queste attività sono tra quelle attività chiamate ad attuare un’ulteriore importanto sforzo in termini di pulizia e sanificazione. A tal proposito il protocollo da attuare dovrà essere ancora piu preciso e puntuale, per cercar di rendere ogni attività la più mirata possibile al fine di ottimizzare gli sforzi e non disperdere tempo ed energie.

PROTOCOLLO NELLE ATTIVITA’ RICETTIVE E DELLA RISTORAZIONE

Le attività Ricettive nonche quelle legate alla Ristorazione sono due realtà importanti su tutto il nostro territorio e si trovano oggi ad essere fortemente penalizzate dal protrarsi dell’emergenza, con una rivoluzione nel modo di operare che ha ed avrà un impatto importante in vari ambiti, ma non trascurabile nelle modalità di lavoro. Questo ambito legato al modo di operare dei lavoratori, poco trattato in generale e forse una delle maggiori rivoluzioni legate al COVID-19. Pensiamo semplicemente alle cameriere che con il viso esprimevano empatia e simpatia che oggi se lo trovano mascherato oppure agli adetti alle pulizie che dovranno rassettare una stanza appena liberata, quali le pracauzioni oggi indispensabili a fronte di abitudini immensamente meno restrittive. Ecco allora che il protocolle assume una importanza strategice non sono per il Datore di Lavoro ma anche per gli operatori che dovranno trovarvi un punto di riferimento, dove reperire informazioni e metodologie importanti pedr salvaguardare la propria e altrui salute.

PROTOCOLLO NELLE ATTIVITA’ DI INTRATTENIMENTO

Le attività di intrattenimento si sviluppano su molteplici fronti e in molteplici ambiti ogni uno con le sue peculiarità. vi sono attività che si svolgono con molto pubblico e un limitato numero di operatori,
viceversa attività con minor pubblico e maggio numero di lavoratori, attività all’aperto, attività al chiuso e tanti altri spetti da non trascurare se non si vuole essere banali e generici. Il Protocollo deve avere la funzione di tutelare tutti in egual modo, la grande massa di pubblico ma anche gli operatori rendendo per quanto possibile, nelle condizioni dettatre dall’emergenza, le strutture fruibili e accoglienti, e non “fredde sale operatori”. Sempre nel protocollo il Titolare delle attività dovrà trovare un punto di riferimento nella certezza di non essere esposto al rischio di successive facile accuse.

A CHI CI RIVOLGIAMO

INDUSTRIA E ARTIGIANATO

Sinteticamente vediamo in quali situazioni vi è l’obbligo di adottare il PROTOCOLLO AZIENDALE per le attività industriali e/o artigianali, in riferimento ad alcuni parametri che possono caratterizzare le attività esercitate:
* sono presenti lavoratori di qualsiasi forma ai sensi del D.Lgs. 81/08
* nel sito aziendale si eseguono attività di manutenzione affidate a ditte esterne
* nel sito aziendale vi sono attività affidate a ditte esterne
* in azienda il servizio di pulizia e/o sanificazione è affidato a ditte esterne

AGRICOLTURA

L’obbligo di adozione del Protocollo aziendale è presente anche in agricoltura nei seguenti casi:
* presenza di lavoratori, anche se stagionali
* affidamento di attività a Cooperative e/o aziende esterne
* presenza di parenti oltre il 3° grado diretto / 2° affine
* interventi di manutenzione o installazione di macchine o attrezzature presso la sede aziendale
* interventi di manutenzione o installazione di impianti presso la sede aziendale
* interventi di manutenzione o realizzazione di strutture

CANTIERI

L’adozione del Protocollo aziendale specifico per le attività di cantiere diviene un obbligo quando:
* l’impresa vede la presenza di lavoratori propri
* l’impresaa ha attività affidate in sub-appalto
* l’azienda affida esternamente attività di pulizia e/o sanificazione
L’Appaltatore comunica al proprio Committente o alle figure per la sicurezza incaricate dal Committente di aver adottato detto Protocollo che diventa parte integrante del POS.
Qualora il cantiere sia un cantiere strutturato l’Appaltatore recepirà il Protocollo di cantiere ricevuto dal CSP/CSE, al fine di verificare eventuali incongruenze rispetto al proprio e adeguarsi.

ATTIVITÀ DI INTELLETTO

Nelle attività di intelletto vi sono situazioni in cui l’interscambio con gli avventori sono frequenti. Inoltre spesso queste realtà sono caratterizzate da spazi ed ambienti di modeste dimensioni e dalla necessità di un contatto “ravvicinato” con gli avventori per lo scambio di documenti e/o necessità di firme. L’adozione del Protocollo aziendale diviene un obbligo quando vi è:
* presenza di lavoratori, anche se stagionali
* accesso di clienti all’interno degli spazi d’ufficio
* interventi di manutenzione o installazione di macchine o attrezzature eseguiti da aziende esterne
* interventi di manutenzione o installazione di impianti
* interventi di manutenzione o realizzazione di strutture